– Chiamata all’amore
“L’uomo non può vivere senza amore. Rimane per sé un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non riceve la rivelazione dell’amore, se non incontra l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa suo, se non vi partecipa fortemente.” (RH 10)
Caro giovane, ragazzo o ragazza,
tu non puoi fermarti su questi pensieri cristiani senza interrogarti sulle tue aspirazioni personali e sulla vocazione che stai cercando di discernere per rispondere alla chiamata di Dio su di te. Come intravvedi il tuo futuro? Dio non è per teche una bella idea, una Verità, o davvero un Partner con cui cerchi di incontrare la felicità e di donare felicità agli altri? Chiediti sinceramente se Gesù è Qualcuno che hai davvero incontrato. Ha cambiato la tua vita? Forse ti ha richiamato in qualche modo interiormente o attraverso le circostanze della tua vita? L’amore per i poveri che Cristo ha manifestato ti ispira pensieri e azioni di bontà e carità? Vorrestiforse impegnarti seriamente e professionalmente per migliorare la loro sorte? Sicuramente un giorno ti ha interpellato la Parola di Dio, la predicazione di un sacerdote, l’esempio di una religiosa, o ancora la bellezza d’una famiglia unita. Come lasci che queste testimonianze ti guidino nelle tue scelte?
Pietro, mi ami? Ecco la domanda del Cristo risorto che definisce il ministero del primo apostolo. Questa stessa domanda vale per tutte le vocazioni. La risposta inevitabile di ciascuno e ciascuna determinase uno ha successo o fallisce nella propria vita.
“Alzati e cammina!”
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Vocazione, chiamata all’amore!
Stiamo vivendo un mutamento epocaleabbastanza confuso, dove non è facile nemmeno per noi cristiani incarnare la nostra chiamata alla fraternità universale.Pandemia, guerre, cambiamenti climatici, fake news, tutto sembra divenuto precario e incerto su quanto ci riserva il futuro. Ci sentiamo fragili e minacciati in questo contesto che cambia, ma a motivo della bontà del nostro Creatore e Padre, andiamo avanti nella fede, cercando nonostante tuttola pace e la fratellanza. La fede ci assicura che la nostra vita e il nostro destino sono nelle mani di Dio che è Amore.
Ricordiamoci quanto scriveva san Giovanni Paolo II proprio all’inizio del suo pontificato: «L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente» (RH 10). Questa aspirazione all’amore abita in particolar modo il cuore dei giovani che non chiedono altro se non di fare un’autentica esperienza d’amore. Come giungervi se non scoprendo il Cristo e il dono di sé ch’Egli ci ha mostrato come il cammino per eccellenza della felicità? «Cristo Redentore rivela pienamente l’uomo all’uomo stesso» (ib.) e questi «in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé» (GS 24).
Nel corso della propria vita terrena Gesù ha tracciato un cammino d’amore per tutti che l’ha condotto fino all’estremo della sua passione e morte sulla croce. Grazie a Dio, questo grande Dramma non si è concluso là. L’eterno Padre ha infatti riconosciuto ed esaltato l’Amore di suo Figlio incarnato per noi risuscitandolo dai morti per la potenza dello Spirito Santo. Così, il Cristo ci ha ottenuto, con la sua morte e risurrezione, la salvezza eterna e la gioia d’amare sin dalla nostra vita presente.
Noi siamo divenuti partecipi del suo Amore vincitore sul peccato e sulla morte mediante il battesimo che ci ha fatti figli di Dio. come figli e figlie di Dio siamo chiamati a vivere uniti a Lui ed a portare la Buona Novella dell’Amore misericordioso del Padre a tutti gli esseri umani.
La nostra vocazione è di amare e la nostra missione consiste nel far conoscere l’amore laddove il Padre ci chiama a seguire suo Figlio sul cammino del suo amore crocifisso e glorificato. Così il nostro battesimo vissuto nella comunione della Chiesa è un segno per il mondo che l’Amore trinitario è ampiamente diffuso ed aperto a tutti.
Questo tesoro nascosto in noi non può essere tenuto segreto poiché noi non possiamo essere pienamente felici con Dio senza renderne partecipi i nostri fratelli e sorelle, specie i più poveri e più sofferenti della nostra terra. Come aiutarli se non rivelando loro che il Cristo è l’unico Salvatore, ch’Egli dona la sua grazia a tutti i viventi? Ch’Egli soccorre i più poveri con la nostra solidarietà con loro? Ch’Egli ci attrae assieme, poveri di cuore e di ogni miseria, a un Amore sempre più grande per rendere gloria a Dio con la nostra fraternità universale?
Cari giovani, noi siamo compagni e compagne di strada di tutti quelli e quelle che cercano la felicità. Una luce interiore ci guida verso incontri e amicizie che ci portano le sorprese di Dio, come dice Papa Francesco. Lasciamoci sorprendere e camminiamo fiduciosi con i nostri fratelli e sorelle in umanità, chiunque essi siano, per costruire con loro la fraternità che lo Spirito di Gesù ci affida come missione.
Il servizio che dobbiamo rendere all’umanità sofferente dei nostri giorni non può limitarsi a qualche atto di carità o qualche gesto di occasionale volontariato. Deve esprimersi con tutto il nostro essere, al modo stesso di Gesù il cui Amore possedeva tutta la vita. Ciò significa che la nostra vocazione di battezzati è un impegno ad amare che è destinato ad esprimersi in diversi modi, secondo la specifica chiamata che ciascuno e ciascuna riceve dallo Spirito Santo attraverso un’interiore attrazione e attraverso le circostanze della vita. Matrimonio, vita consacrata, sacerdozio, sono le grandi arterie di questa comunicazione d’amore destinata ad illuminare l’intera umanità.
In principio, Dio creò gli uomini, maschio e femmina, a sua immagine e somiglianza, perché fossero uniti e fecondi nell’amore. Questa originaria vocazione ricevuta dal Creatore è stata confermata e abbellita da Cristo che ha fatto della coppia di sposi il sacramento del suo amore di Sposo per la Chiesa, sua sposa. Così che una famiglia cristiana ben inserita nel suo ambiente ecclesiale e sociale testimonia che Dio è Amore, un Amore trinitario che si riflette e si dona nei e attraverso i molteplici legami e rapporti che si intessono tra i membri di una stessa famiglia e la società in cui sono in missione.
La rivelazione ci dice che nella pienezza dei tempi Dio ha inviato suo Figlio nel mondo per guidare l’umanità al suo destino ultimo di eterna felicità nella comunione con le Persone divine. A questo scopo, Gesù ha scelto e chiamato alcuni tra i suoi discepoli «perché stessero con lui e per mandarli a predicarecon il potere di scacciare i demòni» (Mc 3,14-15). Questi intimi amici sono incaricati della missione che gli appartengono totalmente in forza di una speciale consacrazione che fa di loro dei ministri del Suo Amore e della Sua Grazia. Pietro ne è il prototipo come capo del gruppo degli Apostoli e mantiene vivo nella Chiesa, con tutti i suoi successori e collaboratori, l’annuncio della Parola di Dio e la Presenza eucaristica di Gesù che rimane con noi ogni giorno fino alla fine del mondo. Questa vocazione è esigente, va ben oltre le forze umane ma si fonda su una grazia che sostiene ininterrottamente quelli che sono chiamati a rendere questo servizio al seguito di Gesù.
La chiamata all’amore non si limita alle persone sposate e ai ministri del Vangelo. Riguarda tutti, giovani o anziani, singoli o associati in mille modi a iniziative di solidarietà o opere di carità. Esiste però una chiamata all’Amore che ha valore di segno particolare per la comunità. È la vita consacrata, femminile o maschile, contemplativa o attiva, apostolica o pastorale. Quali che siano le forme particolari della consacrazione, si tratta sempre di una chiamata all’amore che invita a rendere testimonianzadell’Amore divino sposando lo stile di vita di Gesù nella verginità, nella povertà e nell’obbedienza. Questa forma di vita caratterizzata dai voti religiosi o da analoghe promesse incarna il Vangelo in modo da richiamare a tutti la gratuità dell’Amore di Dio e la comunione fraterna a cui tutta l’umanità è invitata.
La chiamata all’amore non esclude infine nessuno, non dimentica nessuno e vuole condurre tutti alla felicità della comunione universale dei fratelli e delle sorelle in umanità.
L’Amore delle Tre Persone divine che presiede alla creazione e alla redenzione del mondo porta l’universo a una trasfigurazione definitiva aldilà di ogni immaginazione. Questa è la nostra speranza basata sulla risurrezione di Cristo e sulla sua promessa di vita eterna. Attraverso di Lui, con Lui e in Lui, come preghiamo nella Messa, siamo condotti a questa pienezza di comunione di cui la vita presente è una preparazione e un’anticipazione.Lo Spirito Santo promuove e anima la comunione delle vocazioni nella Chiesa, ne armonizza la complementarità e la reciprocità, perché la comunione delle vocazioni è Sua opera che pone in mostra in qualche modo la comunione delle Persone divine. Questa comunione ecclesiale è una profezia della vita eterna, l’alba luminosa personificata in Maria che annuncia la venuta del Giorno di Dio nello splendore della sua Gloria. Cari amici, la chiamata all’Amore in tutte le sue forme non è riservata a una élite, ma riguarda tutti i membri del Popolo di Dio in cammino; si tratta d’una chiamata alla comunione fraterna e missionaria, una chiamata alla santità personale e comunitaria in questo popolo in preghiera e in cammino verso l’avvento del Regno.
Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni! ! Amen, vieni Signore Gesù! La grazia del Signore Gesù sia con tutti! (Ap 22:17, 20-21)..
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