– Testimoni di Cristo

BIOGRAFIA →
Grande mistica del XIX secolo ancora poco conosciuta, Dina Bélanger offre la propria vita giovanissima al Buon Dio con un confidente abbandono nella sua misericordiosa Bontà, abbandono che le guadagnerà grazie di scelta. Donna di desiderio e grande amante, seppe attingere nella Trinità la forza di lasciar operare Gesù in tutti i piccoli gesti della vita quotidiana e questo nonostante l’aridità del cuore. Nel 1922, rinuncia a una grande carriera come pianista per entrare tra le religiose di Gesù-Maria. Assai presto la superiora di suor Maria Cecilia Romana (nome di Dina da religiosa) le chiede di porre per iscritto la storia della sua vita. Lei comincia all’età di 26 anni la redazione di sette quaderni che intitola: Cantico di rendimento di grazie o canto d’amore. Alla sua morte confesserà che era stato questo l’atto che più le era costato in vita. Nel corso del noviziato, sperimenta l’unione mistica con la Trinità immergendosi nell’intimità di ciascuna delle tre Persone e riceve la missione congiunta a quella delle Tre di donarsi, diffondersi e irradiarsi nell’intimo stesso della Trinità. «La mia responsabilità è immensa. Il suo peso non mi opprime perché io non sono niente e la mia fede è la fede di Gesù, la mia speranza, la speranza di Gesù, la mia carità, la carità di Gesù». Dina sa ormai che la salvezza di milioni di anime è nelle sue mani e che il più piccolo dei suoi movimenti assume una notevole importanza per la gloria di Dio. «Ti ho introdotta in questo FocolareDivino mia piccola Me-Stesso per la più grande gloria di mio Padre e a vantaggio delle anime». La sua missione prende forma man mano negli anni e lei comprende che questa immersione nel cuore della Trinità mira a trasformarla in una mendicante d’amore per tutta l’umanità. In concreto, deve rispondere al desiderio di Dio che vuole donarsi alle anime ma ne trova così poche che rispondano al suo amore. Lei cercherà allora di consolarLoappagandoLo non solo in terra ma anche in cielo: «Chiedete e vi sarà dato, ebbene! in cielo, sarò una piccola mendicante d’amore: ecco la mia missione! e la comincio subito». Sino alla fine della sua vita offre le sue sofferenze e le sue gioie perché gli uomini rispondano al desiderio di Gesù. Inoltre, perché Questi possa trovare gioia e riposo nella sua anima, Dina vive anche le sue preghiere come una ‘tela di attesa’ assolutamente immobile sulla quale il Signore dipinge i suoi tratti divini. Lei diviene allora un’anima riparatrice che porta il mondo con Gesù, rende grazie al Padre e dona gioia nello Spirito Santo. Nel 1929 le sofferenze fisiche e morali si fanno sempre più numerose, Dina non ha più la forza di impugnare la matita e annotare quanto le accade nell’anima. Si spegne il 4 settembre del suo trentatreesimo anno non senza aver prima chiesto grazie per tutte le sorelle che la circondano nei suoi ultimi istanti.
DATE IMPORTANTI →

25 marzo 1908 : Giovedì Santo: per la prima volta Dina ode interiormente la voce del Signore. Ha 11 anni.
11 agosto 1921 : Entrata nel noviziato delle Religiose di Gesù-Maria a Sillery (Québec).
25 gennaio 1925 : Dina è immersa nel cuore stesso della Trinità, la sua vita ne risulterà del tutto trasformata.
22 gennaio 1927 : Riceve le stimmate invisibili.
4 settembre 1929 : Morte dopo un anno di professione.
20 marzo 1993 : Beatificazione ad opera del papa Giovanni Paolo II.
CITAZIONI →
«La perfetta gioia quaggiù consiste nell’amare Gesù e nel lasciarlo fare»
«Il mio unico compito è di contemplarlo e dirgli: Gesù ti amo, ti amo, ti amo!»
«Se tu sapessi la gioia che mi procuri lasciandomi far bene!», Gesù a Dina
«Come potrei non gioire alla presenza del mio Dio!»
«La Trinità d’Amore cerca anime perché si donino a lei»
CONGREGAZIONE →
– La congregazione delle religiose di Gesù-Maria:
Presente in 28 paesi, questa congregazione fu fondata a Lione nel 1818 da santa Claudine Thévenet al fine di venire in aiuto agli orfani vittime della rivoluzione. Il primo desiderio della fondatrice è di far conoscere e amare Gesù e Maria mediante l’educazione cristiana. Le figlie di questa congregazione operano sotto questo motto: «Siano per sempre lodati Gesù e Maria».

BIOGRAFIA →
Conchita colpisce chi la circonda con la sua dolcezza, la sua allegria e l’amore che porta alla sua famiglia. Alle curedi cui circonda suo marito e i suoi figli, aggiunge una profonda vita interiore, segnata da una sempre maggiore intimità con Gesù, tanto da dichiarare nel suo Diario spirituale (la Cuenta de conciencia): «Per me, vivere, è Cristo», e «Io devo riprodurre in me Cristo crocifisso». Non è però senza lotte che la giovane donna si abbandona all’amore di Gesù crocifisso: «Avevo sete del divino, una sete ardente di Gesù ma mi sentivo schiacciata e come persa in un cammino di fede oscura e senza speranza… E il mondo lottava per avvincermi e le creature mi attiravano». Alle sofferenze interiori si aggiungono pesanti prove: il marito Pancho muore dopo 17 anni di unione felice; e Conchita ha anche il dolore di perdere uno dei suoi figli.
Lei però sempre rifulge di bontà, e si lascia trasformare dal Cristo, che le rivela il mistero dell’infinito amore di Dio, nella comunione trinitaria. Lei comprende che quest’amore si compie nell’offerta della Croce, e si sente chiamata a offrirsi completamente in ostia con il Cristo-Padre per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini. È da questa partecipazione all’offerta sacerdotale di Cristo che le viene l’ispirazione di fondare le Opere della Croce, per consentire a tutti i fedeli, quale che sia il loro stato, do vivere questa spiritualità amorevole della Croce. Conchita vive in tutta la sua ampiezza il sacerdozio comune dei fedeli che identifica ogni cristiano a Cristo. Nello stesso tempo, si sente chiamata a pregare in particolar modo per i sacerdoti, ad essere una madre per loro.
Conchita raggiunge il vertice di questa vita di unione a Dio quando vive la grazia dell’incarnazione mistica, dell’identificazione cioè con l’anima sacerdotale di Cristo. Gesù le dichiara: «Tu mi chiedevi di salvare gli uomini. Io sono di nuovo tornato nel tuo cuore per salvarli… tu infiammerai una moltitudine di cuori con il fuoco dello Spirito Santo, tu li ferirai con il sacrolegno della Croce».
Così con una vita del tutto semplice, tutta donata allo Spirito Santo e a tutti quelli che la incontravano, Conchita ha reso testimonianza da laica e madre di famiglia dell’amore di Dio. «Rendiamo grazie a Dio per questa coraggiosa testimonianza!» (Papa Francesco).
DATE IMPORTANTI →
8 décembre 1862 : naissance de Concepción Cabrera (surnommée Conchita).
8 novembre 1884 : mariage de Conchita avec Francisco Armida (surnommé Pancho).
14 janvier 1894 : Conchita reçoit l’inspiration de fonder les Œuvres de la Croix.
17 septembre 1901 : mort de Pancho.
25 mars 1906 : Conchita reçoit la grâce de l’incarnation mystique,
3 mars 1937 : mort de Conchita.
29 septembre 1959 : ouverture du procès de béatification.
20 décembre 1999 : Jean-Paul II la déclare vénérable.
4 mai 2019 : messe de béatification de Conchita.
CITAZIONI →
«Gesù, purché io ti ami, dove tu vorrai io sarò felice».
«Gesù, io voglio essere madre. Dammi i sacerdoti; io li accolgo affinché loro ti colmino di gloria».
«Io sento come l’amore di mio marito, dei miei figli, della mia famiglia e di tutti i beni materiali, si è concentrato in un solo amore… in Dio».
«Mio Dio, se potessi togliere qualcosa al tuo Essere, ti ruberei l’Amore per amarti».
«Dio!… Dio!…Dio!… In queste parole scopro degli abissi d’amore, di purissima e ardente carità. Sperimento e sento in modo fortissimo nella mia anima che la Croce proviene dall’amore!».
CONGRÉGATIONS →
– L’Apostolato della Croce (1895) raggruppa dei laici che desideravano unire le loro sofferenze e fatiche a quelle di Cristo per continuare la sua opera di salvezza nel mondo.
– La Congregazione delle sorelle della Croce del Sacro Cuore di Gesù (1897) raggruppa delle contemplative che offrono la loro vita per la Chiesa, in particolar modo per i sacerdoti.
– L’Alleanza d’amore con il Cuore di Gesù (1909) è stata fondata per le persone che nel loro stato di vita si impegnano a ricercare la perfezione secondo la spiritualità della Croce.
– La Fraternità del Cristo sacerdote (1912) raggruppa dei sacerdoti che vogliono vivere della spiritualità della Croce.
– La Congregazione dei Missionari dello Spirito Santo (1914) è una congregazione di sacerdoti votati alle opere sacerdotali e specialmente dedicate alla guida spirituale delle anime.

Biografia →
Compie gli studi nel seminario minore dei Francescani Conventuali, detti Cordeliers. È uno studente brillante e intelligente che eccelle in matematica e scienze, e che sogna allora di diventare soldato, ma non sa davvero come conciliare il suo desiderio di conquiste con la vocazione religiosa. Decide di confidarsi con il Padre Provinciale e di esprimergli l’intenzione di lasciare il seminario. Ma nel momento preciso in cui sta andando da lui, la mamma lo chiama per annunciargli una grande notizia: poiché i loro tre figli hanno scelto la vita religiosa, i loro genitori decidono anch’essi di entrare in religione. Raimondo riconosce in questo la volontà di Dio e corre dal Padre Provinciale per chiedergli l’abito. Prende allora il nome di fratello Massimiliano. Prosegue gli studi a Roma, vi pronuncia i voti perpetui nel 1914 e nel 1918 è ordinato sacerdote. È in questo momento che fa il voto d’essere il “cavaliere dell’Immacolata”, con le uniche cartucce delle medaglie miracolose. In questo spirito nel 1917 fonda la Militia Immaculatae, Milizia il cui fine è di «convertire e santificare tutte le anime con Maria» ed i cui membri, per conquistare le anime, si servono di quattro mezzi: l’esempio, la preghiera, la sofferenza e il lavoro. Egli stesso soffre di tubercolosi, ma non si lascia abbattere dalla malattia. «Abbandonati ogni giorno di più tra le mani di Gesù e dell’Immacolata: con Lei, tu puoi tutto».
Nel 1919 rientra in Polonia e fonda il circolo di Maria Immacolata a Cracovia. Pubblica una rivista mensile: «Il Cavaliere dell’Immacolata», per la quale non esita a servirsi di moderni strumenti tecnici per la gloria di Nostra Signora e giunge, a questo scopo, sino ad aprire una propria tipografia. A motivo di questo apostolato, soffre dell’incomprensione e degli scherni dei suoi fratelli. Nel 1927 fonda tuttavia Niepokalanow, la «Città dell’Immacolata», dove presto accoglie 700 fratelli operai che lavorano con macchinario moderno ma vivono in assoluta povertà. Essi osservano un rigoroso silenzio: «Come volete sentire la voce di Dio – diceva – se fate tanto rumore? Lui vi parla, ma nel silenzio». Tre anni più tardi fonderà una città analoga in Giappone.
Tornato in Polonia, viene arrestato dalla Gestapo il 17 febbraio 1941 e rinchiuso nel campo di Auschwitz. Subisce crudeli trattamenti, soffre di fame e di freddo ma conserva sempre la pace e la gioia: «Preghiamo, accettiamo amorevolmente tutte le croci, amiamo tutti i nostri vicini…», diceva. La sofferenza è per lui l’occasione di guadagnare delle anime all’Immacolata, e in questo luogo di morte e di odio irradia fede, speranza e carità. «L’odio non è una forza creatrice. Solo l’amore è una forza di creazione». Amore senza misura che lo spinge ad offrire la propria vita per un padre di famiglia condannato a morte nel bunker della fame, in questo luogo ove lui prega, canta ed incoraggia gli altri condannati. È lì che muore il 14 agosto 1941, la vigilia dell’Assunta. È canonizzato come Santo e Martire della Carità il 10 ottobre 1982.
Date importanti →
7 gennaio 1894 : nascita di Raimondo Kolbe, verso il 1904 apparizione della Santa Vergine, vocazione alla castità e al martirio (episodio delle due corone).
1 novembre 1914 : professione perpetua presso i Cordeliers Francescani.
28 aprile 1918 : ordinazione sacerdotale a Roma.
17 ottobre 1917 : fondazione della Militia Immaculatae.
20 novembre 1927 : fondazione di Niepokalanow.
14 agosto 1941 : morte nel bunker della fame ad Auschwitz.
CITAZIONI →
5 citazioni shock su ciò che fu il cuore della sua vocazione
« Ad maximam Dei gloriam! … Noi porremo in moto i grossi pezzi di artiglieria, l’orazione giaculatoria alla Santa Vergine metterà in rotta il nemico…» (il cavaliere dell’Immacolata vuole convertire il mondo intero!).
«Esigo che siate dei santi, e dei grandi santi! … è una questione di semplice calcolo, ecco la mia formula: v = V. Identifica la tua volontà a quella di Dio, che vuole che tu sia santo».
«Abbandonati ogni giorno di più tra le mani di Gesù e dell’Immacolata: con Lei, tu puoi tutto… Non c’è alcun atto eroico che non siamo capaci di compiere con l’aiuto dell’Immacolata» (nella malattia, nelle fondazioni prive di mezzi finanziari, nella persecuzione e nella prigionia).
«Figlioli miei, amate l’Immacolata, Lei vi farà felici. Confidate in Lei, arrendetevi a Lei totalmente… Bisogna chiedere questa grazia in ginocchio… Lei è veramente Madre di Dio. Solo lo Spirito Santo può far conoscere la sua Sposa, a chi e come Lui vuole…» (testamento spirituale di Padre Massimiliano).
«Preghiamo, accettiamo amorevolmente tutte le croci, amiamo tutti i nostri vicini…» (il martire della carità ricorda in campo di concentramento, luogo di odio, l’amore per i nostri nemici).
CONGRÉGAZIONE →

San Massimiliano è un religioso e un sacerdote. Come sacerdote egli conforma la propria vita al Cristo-Sacerdote. In quanto religioso, abbraccia i consigli evangelici: l’obbedienza gli serve «da faro e da bussola», attraverso di essa si manifesta, per lui, la volontà di Dio e dell’Immacolata. La sua povertà si riassume così: niente per noi, tutto per la gloria di Dio e dell’Immacolata. Alla sequela di San Francesco, osserva una povertà assoluta. Nella castità la sua anima esprime l’amore della Chiesa-Sposa per il Cristo-Sposo. Il dono totale di sé si effonde in fecondità spirituale nel suo apostolato ed esercizio della paternità per i suoi fratelli.

Biografia →
Jerzy venne alla luce il 14 settembre 1947 nel focolare cristiano di Marianna e WladyslawPopiełuszko, contadini di Okopy. Ragazzo discreto e riflessivo, ricevette in profondità la fede trasmessa nella sua famiglia e a scuola. Il giorno del suo baccalaureato, egli annunciò la sua intenzione di entrare in seminario e scelse quello di Varsavia, non lontano dal monastero francescano di Niepokalanów fondato da Padre Massimiliano Kolbe ch’egli ammirava profondamente e del quale seguì fedelmente il motto: «Per restare uomini liberi, dobbiamo vivere nella verità». Si preparò al sacerdozio in una Polonia sottoposta al giogo di un potere comunista opposto con ferocia alla fede cattolica. Arruolato per il servizio militare, sopportò senza lasciarsi intimidire dure e ingiuste sanzioni da parte di quelli che volevano che calpestasse la sua fede. Ordinato prete il 28 maggio 1972, si dedicò generosamente al suo ministero, fino all’esaurimento delle forze. Ben presto, dovette sopportare le miserie d’una salute cagionevole. Nominato cappellano degli infermieri a Varsavia, poi responsabile del gruppo degli studenti di medicina, trasmise loro con forza l’amore per la vita fin dal suo concepimento e si adoperò per unificare tutti i membri del corpo medico per formare una grande famiglia al servizio di coloro che soffrono, esortandoli a vivere la loro professione come «una vocazione, la più vicina al sacerdozio mediante il compimento della misericordia verso (…) i malati, i sofferenti (…) che sono la parte più valorosa della Chiesa (…) i più vicini alla croce di Cristo». La sua vita prese una nuova svolta una domenica di agosto 1980, durante il grande movimento di sciopero, quando gli operai delle acciaierie Huta Varsavia inviarono una delegazione all’arcivescovado perché un sacerdote venisse a celebrar loro la Messa. In un resoconto del suo lavoro pastorale, egli doveva spiegare: «Sono entrato nell’ambiente degli operai sulla personale domanda del Cardinale Primate nell’agosto 1980. Servivo gli operai come sacerdote nei giorni felici e sono rimasto nei momenti di prova. Ho lavorato in questo ambiente, sacrificando il mio tempo personale, il mio riposo, ma non a prezzo della pastorale nell’ambiente medico. Come era percepito il mio lavoro in mezzo agli operai? Lo sanno soltanto Dio Onnipotente e questi uomini che ho reso più vicini a Dio, nei quali ho fortificato la speranza e nei quali ho purificato l’odio». A partire dal febbraio 1982, il suo curato, il Padre Teofilo Bogucki, dal quale egli si lasciava formare come un figlio spirituale, gli affidò la celebrazione delle Messe per la patria. Padre Jerzy risvegliava l’amore della libertà e della verità nel cuore dei Polacchi sottoposti alle violenze di un potere oppressivo. Li liberava dalla paura e dall’odio. Portando conforto a chi era stremato, si dedicava senza tener conto, nonostante la fatica, a provvedere personalmente ai bisogni delle famiglie in miseria, creando attivamente una fitta rete di mutuo soccorso. La gente si affollava intorno a lui, poiché era rianimata dalla sua bontà attenta e calorosa.Inseguito, vessato, calunniato, arrestato, interrogato, minacciato, pedinato per mesi, il giovane sacerdote di 37 anni fu infine rapito la sera del 19 ottobre 1984 mentre tornava da un’attività pastorale. Fu picchiato a morte e ucciso. Il suo corpo, ritrovato il 27 ottobre 1984, divenne subito oggetto di costante venerazione da parte del popolo polacco raccolto attorno al suo martire.
Date importanti →

24 giugno 1965 : Dopo aver ricevuto il diploma di baccalaureato, entra nel seminario San Giovanni-Battista di Varsavia e riceve il nome di Jerzy.
28 maggio 1972 : Ordinazione sacerdotale per la diocesi di Varsavia dalle mani del Cardinale Wyszinski, Primate di Polonia.
20 maggio 1980 : Per motivi di salute, diviene sacerdote residente nella parrocchia San Stanislao Kotska, responsabile della pastorale del centro medico in cui esercita funzioni di cappellano a partire dalla fine dell’anno 1978.
Agosto 1980 : Inizio del suo impegno presso degli operai.
19 ottobre 1984 : Rapimento ed assassinio. Il suo corpo viene ritrovato il 27 ottobre.
CITAZIONE →
« Io sono consacrato e non mi tirerò indietro» (ai suoi confratelli, tre mesi prima del suo martirio).
«Vincere il male con il bene» (citazione di Rm 12,21 che ispirò la sua azione e il suo insegnamento).
«Rendiamo forse conto a sufficienza di questa grande distinzione che è la filiazione divina?»(Omelia del gennaio1984).
«La verità è sempre legata all’amore e l’amore è esigente, l’amore autentico richiede dei sacrifici, anche la verità, anch’essa, deve costare. La verità che non costa nulla è una menzogna» (Omelia del maggio 1984).
«Noi vogliamo stare a fianco di tuo Figlio nell’ora della sua agonia, per contemplare il suo volto, noi vogliamo prendere la nostra croce, la croce del nostro lavoro quotidiano, delle nostre pene, dei nostri problemi e seguire il cammino di Cristo sino al Calvario» (Meditazione dei misteri dolorosi, la sera del suo rapimento e della sua morte)
CONGRÉGAZIONE →
I sacerdoti diocesani sono ministri ordinati per annunciare il Vangelo di Dio, per «compiereil sacrificio eucaristicoinpersona di Cristo e offrirlo a Dio a nome di tutto il popolo» , per rimettere i peccati, pregare l’Ufficio divino in nome di tutta la Chiesa. Formano e guidano il popolo di Dio affinché ogni cristiano possa dispiegare la sua vocazione alla santità. Sono i cooperatori del Vescovo in una comunione sacramentale che è partecipazione all’unico sacerdozio di Cristo.
12 rue Maurice Ravel F-92210 Saint-Cloud
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