APPELLO AI GIOVANI

– Testimoni di Cristo

BIOGRAFIA →

Grande mistica del XIX secolo ancora poco conosciuta, Dina Bélanger offre la propria vita giovanissima al Buon Dio con un confidente abbandono nella sua misericordiosa Bontà, abbandono che le guadagnerà grazie di scelta. Donna di desiderio e grande amante, seppe attingere nella Trinità la forza di lasciar operare Gesù in tutti i piccoli gesti della vita quotidiana e questo nonostante l’aridità del cuore. Nel 1922, rinuncia a una grande carriera come pianista per entrare tra le religiose di Gesù-Maria. Assai presto la superiora di suor Maria Cecilia Romana (nome di Dina da religiosa) le chiede di porre per iscritto la storia della sua vita. Lei comincia all’età di 26 anni la redazione di sette quaderni che intitola: Cantico di rendimento di grazie o canto d’amore. Alla sua morte confesserà che era stato questo l’atto che più le era costato in vita. Nel corso del noviziato, sperimenta l’unione mistica con la Trinità immergendosi nell’intimità di ciascuna delle tre Persone e riceve la missione congiunta a quella delle Tre di donarsi, diffondersi e irradiarsi nell’intimo stesso della Trinità. «La mia responsabilità è immensa. Il suo peso non mi opprime perché io non sono niente e la mia fede è la fede di Gesù, la mia speranza, la speranza di Gesù, la mia carità, la carità di Gesù». Dina sa ormai che la salvezza di milioni di anime è nelle sue mani e che il più piccolo dei suoi movimenti assume una notevole importanza per la gloria di Dio. «Ti ho introdotta in questo FocolareDivino mia piccola Me-Stesso per la più grande gloria di mio Padre e a vantaggio delle anime». La sua missione prende forma man mano negli anni e lei comprende che questa immersione nel cuore della Trinità mira a trasformarla in una mendicante d’amore per tutta l’umanità. In concreto, deve rispondere al desiderio di Dio che vuole donarsi alle anime ma ne trova così poche che rispondano al suo amore. Lei cercherà allora di consolarLoappagandoLo non solo in terra ma anche in cielo: «Chiedete e vi sarà dato, ebbene! in cielo, sarò una piccola mendicante d’amore: ecco la mia missione! e la comincio subito». Sino alla fine della sua vita offre le sue sofferenze e le sue gioie perché gli uomini rispondano al desiderio di Gesù. Inoltre, perché Questi possa trovare gioia e riposo nella sua anima, Dina vive anche le sue preghiere come una ‘tela di attesa’ assolutamente immobile sulla quale il Signore dipinge i suoi tratti divini. Lei diviene allora un’anima riparatrice che porta il mondo con Gesù, rende grazie al Padre e dona gioia nello Spirito Santo. Nel 1929 le sofferenze fisiche e morali si fanno sempre più numerose, Dina non ha più la forza di impugnare la matita e annotare quanto le accade nell’anima. Si spegne il 4 settembre del suo trentatreesimo anno non senza aver prima chiesto grazie per tutte le sorelle che la circondano nei suoi ultimi istanti.

DATE IMPORTANTI →
30 aprile 1897 : Nascita a Québec.

25 marzo 1908 : Giovedì Santo: per la prima volta Dina ode interiormente la voce del Signore. Ha 11 anni.

11 agosto 1921 : Entrata nel noviziato delle Religiose di Gesù-Maria a Sillery (Québec).

25 gennaio 1925 : Dina è immersa nel cuore stesso della Trinità, la sua vita ne risulterà del tutto trasformata.

22 gennaio 1927 : Riceve le stimmate invisibili.

4 settembre 1929 : Morte dopo un anno di professione.

20 marzo 1993 : Beatificazione ad opera del papa Giovanni Paolo II.

CITAZIONI →
Cinque citazioni-shock su ciò che è stato il cuore della sua vocazione

«La perfetta gioia quaggiù consiste nell’amare Gesù e nel lasciarlo fare»

«Il mio unico compito è di contemplarlo e dirgli: Gesù ti amo, ti amo, ti amo!»

«Se tu sapessi la gioia che mi procuri lasciandomi far bene!», Gesù a Dina

«Come potrei non gioire alla presenza del mio Dio!»

«La Trinità d’Amore cerca anime perché si donino a lei»

CONGREGAZIONE →

– La congregazione delle religiose di Gesù-Maria:

Presente in 28 paesi, questa congregazione fu fondata a Lione nel 1818 da santa Claudine Thévenet al fine di venire in aiuto agli orfani vittime della rivoluzione. Il primo desiderio della fondatrice è di far conoscere e amare Gesù e Maria mediante l’educazione cristiana. Le figlie di questa congregazione operano sotto questo motto: «Siano per sempre lodati Gesù e Maria».

BIOGRAFIA →
ConceptiónCabrera, chiamata Conchita, nasce in una famiglia messicana agiata e credente; assai presto è attirata dall’amore di Gesù. A 21 anni si sposa con Francisco Armida, chiamato Pancho. È un matrimonio d’amore; ecco cosa ne racconta Conchita: «Il fidanzamento non mi ha preoccupato come un ostacolo che potesse impedire la mia appartenenza a Dio. Mi sembrava così facile unire le due cose! Quando andavo a coricarmi e come mi trovavo sola, pensavo a Pancho, poi all’Eucaristia… Mio padre mi domandò: volevo sposarmi? Io gli risposi di sì, perché amavo Pancho. Benché non fosse ricco, lo preferivo ad ogni altro. Era così buono! Lo ripeto, mai il mio amore per lui, colmo di tenerezza, mi ha impedito di amare Dio. L’amavo con una grande semplicità, come tutto avvolto nel mio amore per Gesù. Io non vedevo per me un’altra strada verso Dio». Nove figli nascono da questa unione e costituiscono la gioia dei loro genitori.
Conchita colpisce chi la circonda con la sua dolcezza, la sua allegria e l’amore che porta alla sua famiglia. Alle curedi cui circonda suo marito e i suoi figli, aggiunge una profonda vita interiore, segnata da una sempre maggiore intimità con Gesù, tanto da dichiarare nel suo Diario spirituale (la Cuenta de conciencia): «Per me, vivere, è Cristo», e «Io devo riprodurre in me Cristo crocifisso». Non è però senza lotte che la giovane donna si abbandona all’amore di Gesù crocifisso: «Avevo sete del divino, una sete ardente di Gesù ma mi sentivo schiacciata e come persa in un cammino di fede oscura e senza speranza… E il mondo lottava per avvincermi e le creature mi attiravano». Alle sofferenze interiori si aggiungono pesanti prove: il marito Pancho muore dopo 17 anni di unione felice; e Conchita ha anche il dolore di perdere uno dei suoi figli.
Lei però sempre rifulge di bontà, e si lascia trasformare dal Cristo, che le rivela il mistero dell’infinito amore di Dio, nella comunione trinitaria. Lei comprende che quest’amore si compie nell’offerta della Croce, e si sente chiamata a offrirsi completamente in ostia con il Cristo-Padre per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini. È da questa partecipazione all’offerta sacerdotale di Cristo che le viene l’ispirazione di fondare le Opere della Croce, per consentire a tutti i fedeli, quale che sia il loro stato, do vivere questa spiritualità amorevole della Croce. Conchita vive in tutta la sua ampiezza il sacerdozio comune dei fedeli che identifica ogni cristiano a Cristo. Nello stesso tempo, si sente chiamata a pregare in particolar modo per i sacerdoti, ad essere una madre per loro.
Conchita raggiunge il vertice di questa vita di unione a Dio quando vive la grazia dell’incarnazione mistica, dell’identificazione cioè con l’anima sacerdotale di Cristo. Gesù le dichiara: «Tu mi chiedevi di salvare gli uomini. Io sono di nuovo tornato nel tuo cuore per salvarli… tu infiammerai una moltitudine di cuori con il fuoco dello Spirito Santo, tu li ferirai con il sacrolegno della Croce».
Così con una vita del tutto semplice, tutta donata allo Spirito Santo e a tutti quelli che la incontravano, Conchita ha reso testimonianza da laica e madre di famiglia dell’amore di Dio. «Rendiamo grazie a Dio per questa coraggiosa testimonianza!» (Papa Francesco).
DATE IMPORTANTI →

8 décembre 1862 : naissance de Concepción Cabrera (surnommée Conchita).

8 novembre 1884 : mariage de Conchita avec Francisco Armida (surnommé Pancho).

14 janvier 1894 : Conchita reçoit l’inspiration de fonder les Œuvres de la Croix.

17 septembre 1901 : mort de Pancho.

25 mars 1906 : Conchita reçoit la grâce de l’incarnation mystique,

3 mars 1937 : mort de Conchita.

29 septembre 1959 : ouverture du procès de béatification.

20 décembre 1999 : Jean-Paul II la déclare vénérable.

4 mai 2019 : messe de béatification de Conchita.

CITAZIONI →
Cinque citazioni-shock su ciò che è stato il cuore della sua vocazione

«Gesù, purché io ti ami, dove tu vorrai io sarò felice».

«Gesù, io voglio essere madre. Dammi i sacerdoti; io li accolgo affinché loro ti colmino di gloria».

«Io sento come l’amore di mio marito, dei miei figli, della mia famiglia e di tutti i beni materiali, si è concentrato in un solo amore… in Dio».

«Mio Dio, se potessi togliere qualcosa al tuo Essere, ti ruberei l’Amore per amarti».

«Dio!… Dio!…Dio!… In queste parole scopro degli abissi d’amore, di purissima e ardente carità. Sperimento e sento in modo fortissimo nella mia anima che la Croce proviene dall’amore!».

CONGRÉGATIONS →
Cinque righe di presentazione delle Congregazioni da lei fondate

– L’Apostolato della Croce (1895) raggruppa dei laici che desideravano unire le loro sofferenze e fatiche a quelle di Cristo per continuare la sua opera di salvezza nel mondo.

– La Congregazione delle sorelle della Croce del Sacro Cuore di Gesù (1897) raggruppa delle contemplative che offrono la loro vita per la Chiesa, in particolar modo per i sacerdoti.

– L’Alleanza d’amore con il Cuore di Gesù (1909) è stata fondata per le persone che nel loro stato di vita si impegnano a ricercare la perfezione secondo la spiritualità della Croce.

– La Fraternità del Cristo sacerdote (1912) raggruppa dei sacerdoti che vogliono vivere della spiritualità della Croce.

– La Congregazione dei Missionari dello Spirito Santo (1914) è una congregazione di sacerdoti votati alle opere sacerdotali e specialmente dedicate alla guida spirituale delle anime.

Biografia →
Raimondo Kolbe è nato il 7 gennaio 1894 in Polonia. È un figlio per natura vivace, intraprendente e testardo, che mette spesso alla prova la pazienza della mamma. Un giorno quest’ultima, preoccupata, gli chiede cosa ne sarà di lui più avanti. Il bambino rivolge allora questa domanda alla Santa Vergine che gli appare in chiesa e gli propone due corone: una bianca che rappresenta la purezza ed una rossa che rappresenta il martirio. Lui sceglie entrambe, e la sua vita è ormai radicalmente trasformata; ha 10 anni.
Compie gli studi nel seminario minore dei Francescani Conventuali, detti Cordeliers. È uno studente brillante e intelligente che eccelle in matematica e scienze, e che sogna allora di diventare soldato, ma non sa davvero come conciliare il suo desiderio di conquiste con la vocazione religiosa. Decide di confidarsi con il Padre Provinciale e di esprimergli l’intenzione di lasciare il seminario. Ma nel momento preciso in cui sta andando da lui, la mamma lo chiama per annunciargli una grande notizia: poiché i loro tre figli hanno scelto la vita religiosa, i loro genitori decidono anch’essi di entrare in religione. Raimondo riconosce in questo la volontà di Dio e corre dal Padre Provinciale per chiedergli l’abito. Prende allora il nome di fratello Massimiliano. Prosegue gli studi a Roma, vi pronuncia i voti perpetui nel 1914 e nel 1918 è ordinato sacerdote. È in questo momento che fa il voto d’essere il “cavaliere dell’Immacolata”, con le uniche cartucce delle medaglie miracolose. In questo spirito nel 1917 fonda la Militia Immaculatae, Milizia il cui fine è di «convertire e santificare tutte le anime con Maria» ed i cui membri, per conquistare le anime, si servono di quattro mezzi: l’esempio, la preghiera, la sofferenza e il lavoro. Egli stesso soffre di tubercolosi, ma non si lascia abbattere dalla malattia. «Abbandonati ogni giorno di più tra le mani di Gesù e dell’Immacolata: con Lei, tu puoi tutto».
Nel 1919 rientra in Polonia e fonda il circolo di Maria Immacolata a Cracovia. Pubblica una rivista mensile: «Il Cavaliere dell’Immacolata», per la quale non esita a servirsi di moderni strumenti tecnici per la gloria di Nostra Signora e giunge, a questo scopo, sino ad aprire una propria tipografia. A motivo di questo apostolato, soffre dell’incomprensione e degli scherni dei suoi fratelli. Nel 1927 fonda tuttavia Niepokalanow, la «Città dell’Immacolata», dove presto accoglie 700 fratelli operai che lavorano con macchinario moderno ma vivono in assoluta povertà. Essi osservano un rigoroso silenzio: «Come volete sentire la voce di Dio – diceva – se fate tanto rumore? Lui vi parla, ma nel silenzio». Tre anni più tardi fonderà una città analoga in Giappone.
Tornato in Polonia, viene arrestato dalla Gestapo il 17 febbraio 1941 e rinchiuso nel campo di Auschwitz. Subisce crudeli trattamenti, soffre di fame e di freddo ma conserva sempre la pace e la gioia: «Preghiamo, accettiamo amorevolmente tutte le croci, amiamo tutti i nostri vicini…», diceva. La sofferenza è per lui l’occasione di guadagnare delle anime all’Immacolata, e in questo luogo di morte e di odio irradia fede, speranza e carità. «L’odio non è una forza creatrice. Solo l’amore è una forza di creazione». Amore senza misura che lo spinge ad offrire la propria vita per un padre di famiglia condannato a morte nel bunker della fame, in questo luogo ove lui prega, canta ed incoraggia gli altri condannati. È lì che muore il 14 agosto 1941, la vigilia dell’Assunta. È canonizzato come Santo e Martire della Carità il 10 ottobre 1982.
Date importanti →

7 gennaio 1894 : nascita di Raimondo Kolbe, verso il 1904 apparizione della Santa Vergine, vocazione alla castità e al martirio (episodio delle due corone).

1 novembre 1914 : professione perpetua presso i Cordeliers Francescani.

28 aprile 1918 : ordinazione sacerdotale a Roma.

17 ottobre 1917 : fondazione della Militia Immaculatae.

20 novembre 1927 : fondazione di Niepokalanow.

14 agosto 1941 : morte nel bunker della fame ad Auschwitz.

CITAZIONI →

5 citazioni shock su ciò che fu il cuore della sua vocazione

« Ad maximam Dei gloriam! … Noi porremo in moto i grossi pezzi di artiglieria, l’orazione giaculatoria alla Santa Vergine metterà in rotta il nemico…» (il cavaliere dell’Immacolata vuole convertire il mondo intero!).

«Esigo che siate dei santi, e dei grandi santi! … è una questione di semplice calcolo, ecco la mia formula: v = V. Identifica la tua volontà a quella di Dio, che vuole che tu sia santo».

«Abbandonati ogni giorno di più tra le mani di Gesù e dell’Immacolata: con Lei, tu puoi tutto… Non c’è alcun atto eroico che non siamo capaci di compiere con l’aiuto dell’Immacolata» (nella malattia, nelle fondazioni prive di mezzi finanziari, nella persecuzione e nella prigionia).

«Figlioli miei, amate l’Immacolata, Lei vi farà felici. Confidate in Lei, arrendetevi a Lei totalmente… Bisogna chiedere questa grazia in ginocchio… Lei è veramente Madre di Dio. Solo lo Spirito Santo può far conoscere la sua Sposa, a chi e come Lui vuole…» (testamento spirituale di Padre Massimiliano).

«Preghiamo, accettiamo amorevolmente tutte le croci, amiamo tutti i nostri vicini…» (il martire della carità ricorda in campo di concentramento, luogo di odio, l’amore per i nostri nemici).

CONGRÉGAZIONE →
La sua vocazione di sacerdote-religioso francescano

San Massimiliano è un religioso e un sacerdote. Come sacerdote egli conforma la propria vita al Cristo-Sacerdote. In quanto religioso, abbraccia i consigli evangelici: l’obbedienza gli serve «da faro e da bussola», attraverso di essa si manifesta, per lui, la volontà di Dio e dell’Immacolata. La sua povertà si riassume così: niente per noi, tutto per la gloria di Dio e dell’Immacolata. Alla sequela di San Francesco, osserva una povertà assoluta. Nella castità la sua anima esprime l’amore della Chiesa-Sposa per il Cristo-Sposo. Il dono totale di sé si effonde in fecondità spirituale nel suo apostolato ed esercizio della paternità per i suoi fratelli.

Biografia →

Jerzy venne alla luce il 14 settembre 1947 nel focolare cristiano di Marianna e WladyslawPopiełuszko, contadini di Okopy. Ragazzo discreto e riflessivo, ricevette in profondità la fede trasmessa nella sua famiglia e a scuola. Il giorno del suo baccalaureato, egli annunciò la sua intenzione di entrare in seminario e scelse quello di Varsavia, non lontano dal monastero francescano di Niepokalanów fondato da Padre Massimiliano Kolbe ch’egli ammirava profondamente e del quale seguì fedelmente il motto: «Per restare uomini liberi, dobbiamo vivere nella verità». Si preparò al sacerdozio in una Polonia sottoposta al giogo di un potere comunista opposto con ferocia alla fede cattolica. Arruolato per il servizio militare, sopportò senza lasciarsi intimidire dure e ingiuste sanzioni da parte di quelli che volevano che calpestasse la sua fede. Ordinato prete il 28 maggio 1972, si dedicò generosamente al suo ministero, fino all’esaurimento delle forze. Ben presto, dovette sopportare le miserie d’una salute cagionevole. Nominato cappellano degli infermieri a Varsavia, poi responsabile del gruppo degli studenti di medicina, trasmise loro con forza l’amore per la vita fin dal suo concepimento e si adoperò per unificare tutti i membri del corpo medico per formare una grande famiglia al servizio di coloro che soffrono, esortandoli a vivere la loro professione come «una vocazione, la più vicina al sacerdozio mediante il compimento della misericordia verso (…) i malati, i sofferenti (…) che sono la parte più valorosa della Chiesa (…) i più vicini alla croce di Cristo». La sua vita prese una nuova svolta una domenica di agosto 1980, durante il grande movimento di sciopero, quando gli operai delle acciaierie Huta Varsavia inviarono una delegazione all’arcivescovado perché un sacerdote venisse a celebrar loro la Messa. In un resoconto del suo lavoro pastorale, egli doveva spiegare: «Sono entrato nell’ambiente degli operai sulla personale domanda del Cardinale Primate nell’agosto 1980. Servivo gli operai come sacerdote nei giorni felici e sono rimasto nei momenti di prova. Ho lavorato in questo ambiente, sacrificando il mio tempo personale, il mio riposo, ma non a prezzo della pastorale nell’ambiente medico. Come era percepito il mio lavoro in mezzo agli operai? Lo sanno soltanto Dio Onnipotente e questi uomini che ho reso più vicini a Dio, nei quali ho fortificato la speranza e nei quali ho purificato l’odio». A partire dal febbraio 1982, il suo curato, il Padre Teofilo Bogucki, dal quale egli si lasciava formare come un figlio spirituale, gli affidò la celebrazione delle Messe per la patria. Padre Jerzy risvegliava l’amore della libertà e della verità nel cuore dei Polacchi sottoposti alle violenze di un potere oppressivo. Li liberava dalla paura e dall’odio. Portando conforto a chi era stremato, si dedicava senza tener conto, nonostante la fatica, a provvedere personalmente ai bisogni delle famiglie in miseria, creando attivamente una fitta rete di mutuo soccorso. La gente si affollava intorno a lui, poiché era rianimata dalla sua bontà attenta e calorosa.Inseguito, vessato, calunniato, arrestato, interrogato, minacciato, pedinato per mesi, il giovane sacerdote di 37 anni fu infine rapito la sera del 19 ottobre 1984 mentre tornava da un’attività pastorale. Fu picchiato a morte e ucciso. Il suo corpo, ritrovato il 27 ottobre 1984, divenne subito oggetto di costante venerazione da parte del popolo polacco raccolto attorno al suo martire.

Date importanti →
14 settembre 1947 : Nascita di Alfonso Popiełuszko. Riceve il battesimo due giorni dopo.

24 giugno 1965 : Dopo aver ricevuto il diploma di baccalaureato, entra nel seminario San Giovanni-Battista di Varsavia e riceve il nome di Jerzy.

28 maggio 1972 : Ordinazione sacerdotale per la diocesi di Varsavia dalle mani del Cardinale Wyszinski, Primate di Polonia.

20 maggio 1980 : Per motivi di salute, diviene sacerdote residente nella parrocchia San Stanislao Kotska, responsabile della pastorale del centro medico in cui esercita funzioni di cappellano a partire dalla fine dell’anno 1978.

Agosto 1980 : Inizio del suo impegno presso degli operai.

19 ottobre 1984 : Rapimento ed assassinio. Il suo corpo viene ritrovato il 27 ottobre.

CITAZIONE →
5 citazioni choc su quanto fu il cuore della sua vocazione

« Io sono consacrato e non mi tirerò indietro» (ai suoi confratelli, tre mesi prima del suo martirio).

«Vincere il male con il bene» (citazione di Rm 12,21 che ispirò la sua azione e il suo insegnamento).

«Rendiamo forse conto a sufficienza di questa grande distinzione che è la filiazione divina?»(Omelia del gennaio1984).

«La verità è sempre legata all’amore e l’amore è esigente, l’amore autentico richiede dei sacrifici, anche la verità, anch’essa, deve costare. La verità che non costa nulla è una menzogna» (Omelia del maggio 1984).

«Noi vogliamo stare a fianco di tuo Figlio nell’ora della sua agonia, per contemplare il suo volto, noi vogliamo prendere la nostra croce, la croce del nostro lavoro quotidiano, delle nostre pene, dei nostri problemi e seguire il cammino di Cristo sino al Calvario» (Meditazione dei misteri dolorosi, la sera del suo rapimento e della sua morte)

CONGRÉGAZIONE →
Sacerdote diocesano

I sacerdoti diocesani sono ministri ordinati per annunciare il Vangelo di Dio, per «compiereil sacrificio eucaristicoinpersona di Cristo e offrirlo a Dio a nome di tutto il popolo» , per rimettere i peccati, pregare l’Ufficio divino in nome di tutta la Chiesa. Formano e guidano il popolo di Dio affinché ogni cristiano possa dispiegare la sua vocazione alla santità. Sono i cooperatori del Vescovo in una comunione sacramentale che è partecipazione all’unico sacerdozio di Cristo.

BiograFIA →

Modelo de humanista cristiano, compromesso con la ciudad para santificarla, no descuida ninguna dimension de su vocación, siendo tan buen esposo como buen padre, gran erudito y servidor del Estado; toda su vida se unifica bajo la mirada de Dios.
Tommaso Moro nacque in una familia burguesa adinerada a Londra nel 1478. Ansioso por cumplir la voluntad de Dios para él, buscó su vocación volviendo a la vida monástica antes de ass cuenta de que Dios lo estaba llamando al matrimonio. Luego hizo de su vida familiar un lugar de santidad heroica, hecha de mucho amor y sencillez. Naturalmente pacifico, affabile, alegre, è amado por su familia. De mente ben formato, consapevole di tutte le indagini de su tiempo, esemplificando il tipo consumado del humanista cristiano; combinando el amor por las letras con la amistad, comparte su passion con Erasmo. Nel 1516 scrisse Utopía, un famoso saggio di filosofia in cui descrisse una società ideale in cui era rinato, e in un contesto di protesta contro la Chiesa, propose una strada riformata senza esterno senza interno in modo che la Iglesia necesita de la santidad de su vida para resuscitar, no de la critica.
Cuando Enrique VIII lo unió su fortuna, iniziò una brillante ascesa politica per Thomas. Sin embargo, no love tanto como un honor personal como un servicio prestado allo estado en nom de Dios. Estuvo entonces al fronte della politica, da dove notó che il clima stava cambiando in Inghilterra negli anni 1520-1530. Infatti, Enrique VIII injerta en el Protestantesimo al romper con el Papa al divorzio. Tomás Moro involucra entonces en una silente resistencia, mentre permanece al servicio del rey, dimostrando así una libertad interior excepcional. Recién dejó la cancillería en 1532 cuando quisieron obligarlo ad aderire al divorzio. Por tanto, aparece como sospechoso. Chiamato a prestare giuramento al “acto de supremacía”, reconociendo al rey como cabeza de la Iglesia de Inglaterra, se encoge de hombros, por amor a la Iglesia y primado de la sede apostólica, lo que valió ser espulsione en prisión en la Torre di Londra nel 1534. Durante catorce meses llevó allí una vida ascetica, aprovechando este retiro forzoso para unirse más a Cristo en su Pasión. Finalmente fue condenado a muerte el 1 de julio por alta traición. Infine, il 6 luglio 1535, soffrì il dolore con la gravità che richiede la morte pero también con l’umorismo che permette la serenità. Incluso le dijo a su verdugo, mientras arreglaba debidamente su barba: “mi barba es inocente de cualquier delito, y no merece el hacha”. Conservó hasta el final el sonriente y heroico buen humor que tan bien lo caracterizó Durante la sua vita, testimonianza di una santidad tan profunda como feliz.

Date importantI →
1478 : Thomas More è nato in una ricca famiglia londinese.

1505 : sposa prima Jane Colt poi, rimasto vedovo, sposa Alice Middleton per la seconda volta.

1524 : inizia a impegnarsi nella lotta contro il luteranesimo.

1529 : viene nominato cancelliere del re Enrico VIII d’Inghilterra.

1534 : viene rinchiuso nella prigione del Tempio per essersi rifiutato di riconoscere il re come capo supremo della Chiesa d’Inghilterra.

6 luglio 1535 : morì martire per amore della Chiesa e del Papa.

CITAZIONI →
Cinque citazioni scioccanti su quello che era il cuore della sua vocazione

“Mentre era in prigione, a sua figlia e sua moglie che gli chiedevano di sottomettersi per tornare a casa: ‘Questa casa (la sua prigione) non è così vicina al paradiso?’ »


“Davanti ai suoi accusatori che gli si oppongono l’argomentazione dei numeri ribatte con grazia e gentilezza: “Mio signore, per un vescovo di vostro parere, ho cento miei santi, e per il vostro Parlamento, io ho avuto tutti i consigli generali per mille anni”.

“La Chiesa è una e indivisibile e voi non avete l’autorità per fare una legge che rompa l’unità dei cristiani. »

“Spero dalla bontà e misericordia di Dio che, nonostante le nostre divergenze di opinione in questo mondo, saremo uniti in perfetta carità nell’altro. »

Dichiara di morire come un “buon servitore del Re, e prima di Dio”.

VOCAZIONE MATRIMONIALE →
La vocazione battesimale di Tommaso Moro si è svolta nel matrimonio, rispondendo così alla chiamata di Cristo: formare nell’intima comunione dei coniugi «non due, ma una sola carne» (Mt 19,6). Il matrimonio è un grande mistero (Ef 5,32) perché è il segno dell’unione di Cristo e della Chiesa, e in definitiva di Dio con tutti. La fecondità del matrimonio attraverso il dono senza ritorno di sé è così l’immagine della stessa fecondità di Dio. Allo stesso modo, l’indissolubilità del sacramento è un riflesso della fedeltà eterna di Dio nella sua alleanza con la Chiesa e con ciascuno di noi.
BiograFIA →
Thérèse Martin è nata in una famiglia profondamente cattolica. Scriverà che il Buon Dio ha dato ai suoi genitori “più degni del cielo che della terra”. È l’ultima dei fratelli: i suoi genitori hanno avuto nove figli, quattro dei quali sono morti molto giovani. Le sue quattro sorelle diventeranno suore, di cui tre carmelitane con lei. La morte di sua madre all’età di quattro anni è un duro calvario per lei. Sarà coccolata e molto amata dal padre, che la chiamava la sua “reginetta” e dalle sorelle, ma soffrirà per diversi anni di una fortissima sensibilità. Ammalatasi gravemente dopo che la sorella maggiore Paolina entrò nel Carmelo, Teresa fu miracolosamente guarita dalla Beata Vergine, che lei dice le sorrise con ineffabile tenerezza e bontà. La vigilia di Natale del 1886 ricevette una grazia di conversione che la portò a dimenticare completamente se stessa per piacere a Dio e agli altri. Questa delicatezza di Teresa che cerca solo la gioia di Dio senza guardare se stessa sarà al centro del suo piccolo cammino. D’ora in poi pensa solo a consolare Gesù ea condurre a Lui molte anime. Capisce che è nel Carmelo che potrà realizzare al meglio il suo sogno e dopo tanti ostacoli dovuti alla sua giovane età (arriverà a implorare papa Leone XIII), diventa carmelitana a Lisieux. poi conduci la vita che tanto desiderava, una vita molto semplice, nascosta, senza nulla di straordinario, scandita dalla preghiera, dal lavoro, dalla vita fraterna. È attraverso la quotidianità ordinaria che scopre sempre di più l’amore misericordioso di Dio. Suor Teresa di Gesù Bambino comprende a poco a poco di essere chiamata a portare alla luce una piccola via tutta nuova, ispirata al Vangelo, la via dell’infanzia spirituale, che consiste nell’abbandonarsi a Dio come un piccolo bambino tra le braccia di suo padre. Mentre la santità può sembrare allora una via inaccessibile, riservata ad anime eccezionali, Teresa capisce che la debolezza non è un ostacolo. Cerca di fare tutto con la massima intensità d’amore, senza cercare ricompense ma con la sola gioia di piacere a Colui che ama. Pur sentendo un grande ardore missionario, Teresa comprende che il cuore della sua vocazione è l’Amore. Riesce così ad unificare tutti i suoi desideri e ad avere una grande fecondità missionaria, in tutto il mondo, senza mai uscire dalla sua clausura.Il 9 giugno 1895 si offre vittima all’Amore Misericordioso, implorando il Santo Trinità per consumarla col suo fuoco, volle amare in nome di tutti coloro che non conoscevano Dio. conversione dei peccatori. Fu durante questo periodo che scrisse la sua autobiografia, Storia di un’anima, su richiesta dei suoi superiori. Teresa morì il 30 settembre 1897. L’influenza della santa di Lisieux fu presto eccezionale: fu canonizzata nel 1925, divenne patrona delle missioni e fu proclamata dottore della Chiesa da San Giovanni Paolo II nel 1997. La Petite Thérèse aprì il cammino della santità a tutte le anime deboli e imperfette, che si sentono attratte dall’amore infinito di Dio.
Date importantI →
2 gennaio 1873: Nascita ad Alençon, Normandia (Francia).

28 agosto 1977: Morte del suo madre Zelie Martin.

Pentecoste 1883: Guarigione miracolosa da una grave malattia per intercessione della Madonna di Vittorie.

Natale 1886: Grazia di conversione. Teresa è liberata dall’estrema sensibilità di cui ha sofferto per diversi anni: “In una parola, ho sentito entrare nel mio cuore la carità, il bisogno di dimenticare me stessa per compiacere e da allora sono stata felice. »

9 aprile 1888: Entrata nel Carmelo di Lisieux.

9 giugno 1895: Offerta al Amore misericordioso.

30 settembre 1897: Morte di Teresa dopo un anno e mezzo di dolorosa malattia e prove interiori.

CITAZIONI →
Cinque citazioni scioccanti su quello che era il cuore della sua vocazione

“È la fiducia, nient’altro che la fiducia che dovrebbe portarci ad amare.”

“La perfezione mi sembra facile: vedo che basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia del buon Dio. »

“Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa e questo posto, o mio Dio, sei Tu che me lo hai dato… nel Cuore della Chiesa, Madre mia, sarò l’Amore… così sarò essere tutto… così il mio sogno si avvererà!!! »

“Vivere d’Amore è bandire ogni paura, ogni ricordo delle colpe passate. Dei miei peccati non vedo alcuna impronta, In un istante l’amore ha bruciato tutto…..” (Poesia Vivere d’Amore)

“Voglio trascorrere il mio paradiso facendo del bene sulla terra”.

CONGREGAZIONE →
L’Ordine del Carmelo

Il Carmelo è un ordine religioso contemplativo, fondato nel XII secolo da eremiti in Palestina. Riformati da Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce nel XVI secolo, entrambi Dottori della Chiesa, la vita carmelitana è caratterizzata dall’appartenenza alla Vergine Maria e da una forte dimensione missionaria che si esprime soprattutto attraverso la preghiera. La preghiera è al centro della tradizione spirituale dell’Ordine. Anche il lavoro e la gioia della vita fraterna fanno parte della vita quotidiana dei carmelitani. L’Ordine del Carmelo è composto da tre rami: fratelli, suore e laici.

San Benedetto, JMJ
Biografia →
San Benedetto è nato in una famiglia nobile e cristiana di Norcia, città d’Italia sperduta tra le montagne della Sabina. Ha una sorella minore, Santa Scolastica, con la quale condivide una stessa passione ed uno stesso amore del Dio Uno e Trino.

Inviato a Roma per completare i suoi studi, Benedetto è disgustato dal vizio e fugge la città dai costumi decadenti. Si ritira in una piccola borgata chiamata Eufide dove si fa ben presto notare compiendo il suo primo miracolo: la riparazione del setaccio della sua nutrice. Come Cristo a Cana, san Benedetto fa di un umile gesto d’ogni giorno il suo primo miracolo. Alla ricerca di Dio mediante la solitudine, Benedetto si fa eremita in una grotta non lontano da Subiaco – il “Sacro Speco” – conducendo una vita di ascesi, di penitenza e di contemplazione: «solo sotto lo sguardo di Colui che vede dall’alto, abitò con se stesso». Apprende la durezza del combattimento spirituale, giungendo sino a gettarsi in un cespuglio irto di spine per fuggire le tentazioni della carne. Nel silenzio del suo romitaggio, impara ugualmente ad ascoltare la voce di Dio e farà di questa scuola il fondamento di tutta la sua regola.

L’eremita attira a sé numerosi fratelli desiderosi di donarsi totalmente a Dio e che lo scelgono come Padre (Abbà) e maestro di vita spirituale. Strumento del Signore, Benedetto lascia la sua cara solitudine per andare là dove Dio lo chiama. Ondate di gelosia e di odio si innalzano contro il santo, più volte rischia di farsi uccidere da regali avvelenati ma sventa i tranelli del maligno con il suo segno di croce, così potente contro Satana. Sull’esempio di Cristo sulla Croce, Benedetto piange la perdita delle anime che lo odiano, volendo che tutti siano salvi e che nessuno si perda.
Dopo un primo insuccesso a Vicovaro, dove Benedetto non giunge a riformare i monaci pigri e impenitenti, fonda ed organizza numerosi monasteri a Subiaco o ancora sul Monte Cassino, antico luogo di culto di divinità pagane.
Da allora, la vita del santo sarà costellata da tanti miracoli che faranno la fama dell’umile Benedetto e saranno narrati da san Gregorio Magno. L’uomo di Dio è ad un tempo profeta, taumaturgo, comanda al demonio e alla stessa morte. L’abate si mostra severo ed intransigente quanto al peccato ma dolce e misericordioso verso il peccatore. Traboccante di affetto paterno per le anime che gli sono affidate, la sua carità senza limiti lo conduce ad evangelizzare gli abitanti, compresi i barbari che accoglie nei suoi monasteri.
Nel travagliato contesto dell’Impero Romano d’Occidente sconvolto dalle invasioni e di un monachesimo in preda all’anarchia, san Benedetto appare come un legislatore che fornisce un punto di riferimento solido e duraturo per tutta la civiltà medievale occidentale. È il motivo per cui nel 1964 è proclamato patrono dell’Europa.
Come indica il suo nome, san Benedetto è una benedizione per la Chiesa e il mondo, mediante la scrittura della sua regola di vita monastica che ha attraversato i secoli, che ha fatto la santità di un gran numero di anime e che rimane viva in una quantità di monasteri.

Date importanti →
480/490 : Nascita a Norcia

500 : Eremitaggio a Subiaco

510 : Benedetto diventa abate a Vicovaro, poi a Subiaco

529 : Insediamento dei monaci a Monte Cassino

530 : Stesura della Regola

547 : Morte di San Benedetto a Monte Cassino

CITAZIONI →

« Non anteporre nulla all’amore di Cristo »

« Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del Maestro, e presta l’orecchio del tuo cuore »

« La pigrizia è nemica dell’anima. I fratelli devono perciò consacrare determinate ore al lavoro manuale ed altre alla lettura delle cose divine. »

« In realtà, nella misura in cui si progredisce nella vita religiosa e nella fede, il cuore si dilata e si comincia a correre nella via dei comandamenti di Dio con un’ineffabile dolcezza d’amore.»

« Sappiamo bene che non è l’abbondanza delle parole, ma la purezza del cuore e le lacrime della compunzione che ci otterranno d’essere esauditi. »

CONGREGAZIONE →
Presentazione dell’Ordine

Benedetto non ha fondato un ordine ma ha organizzato uno stile di vita comune chiamato vita cenobitica, in contrapposizione alla vita eremitica che è solitaria. Ha dato una regola ai monaci bilanciando la loro vita tra il lavoro e la preghiera (“ora et labora”); questa è centrata su Cristo rappresentato dall’Abate al quale i monaci promettono obbedienza. I benedettini fanno anche il voto di stabilità in un monastero in aggiunta ai voti di povertà e castità. Essi hanno a cuore di curare in modo del tutto particolare la preghiera della Chiesa (l’Opus Dei) con il canto dei salmi della Liturgia delle Ore.

San Louis de Gonzague, JMJ
BiograFIA →
Figlio del Marchese Don Ferrante de Gonzague, Luigi è il primogenito di questa famiglia principesca italiana. Nato vicino a Milano, a Castiglione, il 9 marzo 1568, ricevette un’educazione degna del suo rango. A 4 anni il padre lo porta con sé per le manovre delle sue truppe. In questa occasione, quello che giocava con un cannone, mancò di poco di essere schiacciato dal rinculo di esso. Questo avvertimento è stato seguito dalla morte prematura di due dei suoi fratelli quando aveva 6 e poi 9 anni. A questo periodo risale la sua prima conversione. Aveva già acquisito una grande padronanza di se stesso.
Dal 1577 al 1579, con il fratello minore Rodolphe, continuò la sua formazione a Firenze. Lì fece la sua prima confessione, si consacrò interamente a Maria e imparò a recitare i misteri del rosario: la sua vita spirituale si mise in moto. Sempre a Firenze fece voto di verginità e decise di dispensare tutto a Dio.
Tornato a Castiglione, farà un incontro decisivo nel luglio del 1580: quello dell’Arcivescovo di Milano: San Carlo Borromeo. Cugino dei Gonzaga, questo è per Luigi un esempio di chi ha lasciato tutto per mettere al primo posto la fede in una vita semplice, pia, libera dalle glorie umane. Raccomanda qualche buona lettura, comprese le lettere dei primi missionari gesuiti. Seguendo l’esempio di san Francesco Saverio, comincia a scoprire i benefici della penitenza e dell’astinenza, pratiche che manterrà il più possibile fino alla fine. E il 22 luglio l’arcivescovo gli ha fatto fare la prima comunione. Da quel momento comunicava almeno ogni domenica.
Poi, continuò gli studi e poi nel 1581 partì per Madrid con tutta la sua famiglia, dove fu paggio dell’Infante Don Diègue. Il 15 agosto 1583, dopo una fervida comunione, decise di entrare nella compagnia di Gesù. Ma suo padre, che è molto contrario, gli fa visitare diversi cortili principali nella speranza di fargli cambiare idea.
Per manifestare la sua ferma volontà di seguire Cristo contro le frivolezze del mondo, durante il carnevale del 1585 a Milano, in occasione di un torneo preceduto da un magnifico corteo dove tutti i giovani nobili si esibivano in abiti eleganti, venne a mulo con solo due servi.
Ottenuto finalmente l’accordo tanto desiderato, avendo rinunciato ai suoi diritti, entrò in noviziato a Roma il 25 novembre 1585 all’età di 17 anni. Con un passaggio a Napoli, studia seriamente filosofia e teologia e legge le ultime lettere dei gesuiti dell’Estremo Oriente. Il suo direttore spirituale è San Roberto Bellarmino. La sua vita di unione con Dio cresce intensamente. Le sue guide nella ricerca della santità e nell’amore di Dio sono: Santa Caterina da Siena, Santa Caterina da Genova, Sant’Agostino, San Francesco d’Assisi, San Bernardo. Alla fine del 1589 partì per qualche tempo con la sua famiglia per risolvere i problemi familiari e ristabilire la pace almeno per un periodo.
Nel 1590 a Roma imperversava la peste. Come tanti novizi si è messo al servizio dei malati e ha aiutato negli ospedali. Nel marzo 1591, trasportando al più vicino ospedale un ammalato trovato per strada, si ammalò di peste. Morì la sera del 15 giugno 1591 e volò in paradiso.
Louis ha uno spirito positivo e profondo, è serio e riflessivo, gioioso. Fin dall’infanzia, esercita i suoi sforzi soprattutto contro la sua tendenza all’orgoglio, all’impazienza e all’indipendenza. Ha una grande energia per conquistare se stesso e sembra aver raggiunto una grande padronanza dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti. Di temperamento ferreo, trae la sua forza dalla sua doppia devozione: la Passione di Cristo e l’Eucaristia.
Date importanti →
9 marzo 1568: nascita di Luigi.

25 novembre 1585: entrò nel noviziato presso i Gesuiti a Roma.

25 novembre 1585: primi voti.

20 giugno 1591: morte di Luigi .

19 ottobre 1605: beatificazione.

31 dicembre 1726: canonizzazione.

13 giugno 1926: dichiarato Patrono Celeste di tutta la gioventù cristiana da Papa Pio XI.

CITAzIONE →

Cinque citazioni scioccanti su quello che era il cuore della sua vocazione

“È meglio essere il servo di Dio che il re di tutto il mondo.”

“Ho il cuore spezzato nel vedere i cristiani così ingrati verso Dio” (riferendosi anche a quelli della sua famiglia).

“Sono un pezzo di ferro contorto e sono entrato nella religione per essere raddrizzato. »

Il suo “slogan”: “Quid hoc ad ӕternitatem?” in altre parole, “che cos’è rispetto all’eternità?” o “Cos’è quello per l’eternità?”

“Penso di essere in grazia di Dio ora. Più tardi chissà cosa potrebbe succedere? Sarei felice di morire adesso. Ha fatto il sacrificio finale di non poter essere sacerdote, di non realizzare i suoi sogni di essere missionario, di donare Gesù nei sacramenti e soprattutto di non offrire il Santo Sacrificio della Messa.
Nel suo ultimo pomeriggio, al suo superiore: “Parto, padre provinciale – Ma dove? – Ma in cielo se i miei peccati non lo impediscono. – Ascoltami, […], nostro fratello Louis parla di andare in paradiso mentre noi parliamo di fare una passeggiata nella casa di campagna di Frascati. »

CONGREGAZIONE →
Presentazione della Compagnia di Gesù – i Gesuiti:

Fondata nel 1540 da Sant’Ignazio di Loyola a Parigi, questa compagnia di sacerdoti si propone di diffondere e difendere la fede. Ha la particolarità di avere un quarto voto di obbedienza al papa, oltre ai tre voti religiosi di castità, povertà e obbedienza. Molto rapidamente, questi sacerdoti andarono in tutto il mondo: in Sud America e in India, dove San Francesco Saverio morì nel 1552. In Europa, nonostante molte difficoltà nel corso dei secoli, ebbero un ruolo molto importante, in particolare nell’educazione e nello sviluppo degli studi amministrando molte scuole.

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